a.C.). [184] Il percorso che egli compì, fu però graduale nel corso degli ultimi tredici anni di regno (dal 324 al 337, anno della sua morte). Roma fu costretta ad armare i propri soldati a spese dello stato, dal momento che molti di quelli che componevano le sue classi inferiori erano di fatto proletari impoveriti, troppo poveri per permettersi un proprio equipaggiamento. Polibio, per esempio, scrive qualcosa come 300 anni dopo gli eventi in questione, e Livio circa 500 anni dopo. [225] Secondo la Notitia, ben 10 dei 12 duces occidentali erano direttamente dipendenti al MVM e non al loro comes regionale;[217][226] tuttavia, questo non è in linea con la situazione in Oriente e probabilmente non riflette nemmeno la situazione né nel 395 né nel 425: un'organizzazione del genere sarebbe stata poco pratica, perché avrebbe impedito ogni efficace operazione congiunta tra comitatus e limitanei. [65] Normalmente si arruolava una legione all'anno, ma nel 366 a.C. successe per la prima volta che due legioni fossero arruolate in uno stesso anno. Ogni legione passò ad essere formata da 10 coorti, per un totale 6000 uomini (5000 in età imperiale). Probabilmente il comitatus dioclezianeo era costituito da due vexillationes (Promoti e Comites) e da tre legiones (Herculiani, Ioviani e Lanciarii), mentre la "riserva strategica mobile" di Gallieno era costituita unicamente da vexillationes. Con la riforma di Gallieno, inoltre, si completava il passaggio di responsabilità militari dall'ordine senatorio a quello equestre. Inizialmente, il soldato doveva equipaggiarsi con i mezzi propri; con l'ordinamento serviano i cittadini furono perciò distinti in cinque classi di censo. successivamente, la possibilità di dispensa dal servizio mediante il pagamento di una somma di denaro, fissata dall'Imperatore. [89], La distinzione tra i tipi di fanteria pesante degli hastati, dei principes e dei triarii, iniziò a diventare più sfocata, forse perché era lo stato ad assumersi ora l'onere di fornire un equipaggiamento standard a tutti, tranne che alla prima classe di truppe, l'unica in grado di permettersi autonomamente un equipaggiamento. [213] Una possibile spiegazione per questa discrepanza è che tra il 395 e il 440 vi furono dei cambiamenti nell'organizzazione dell'esercito. La falange arcaica lasciò il posto ad uno schieramento più flessibile, in uso nel Primo Periodo Repubblicano, composto da tre file: nella prima vi erano i soldati più giovani, gli hastati, armati di lancia (hasta) e giavellotto (pilum); a seguire iprincipes, più esperti e meglio equipaggiati; e infine i triarii, ovvero i veterani, che entravano in campo solo nelle fasi finali. [25] E da ultimo sembra che Romolo costituì una guardia personale di trecento cavalieri chiamata Celeres[26][27] (eliminata poi da Numa Pompilio[28]), similmente a quanto fece oltre settecento anni più tardi Augusto con la creazione della guardia pretoriana a difesa del Princeps. Il principale fattore che portò ad un'evoluzione dell'esercito nel III secolo fu la Constitutio Antoniniana del 212, emanata dall'Imperatore Caracalla (r. 211–18). [183] Il posto dei pretoriani fu sostituito dalla nuova formazione delle schole palatine, le quali ebbero lunga vita poi a Bisanzio ormai legate alla persona dell'imperatore e destinate a seguirlo nei suoi spostamenti, e non più alla Capitale.[184]. La riforma di Tarquinio Prisco, quinto re di Roma, riguardò la sola classe dei cavalieri, aumentandone gli effettivi. [38] Queste ultime furono chiamate posteriores[39] o sex suffragia,[40] portando così il totale dei cavalieri a 600. A partire dal IV secolo, pur rimanendo formalmente l'obbligo generale al servizio, alcune categorie di cittadini sono avviate alle armi, mentre altre ne sono esentate. ),[102] per creare maggior attaccamento all'unità di appartenenza e spirito di gruppo, in modo da combattere sia per la paga sia per la patria. Vietata ogni riproduzione senza autorizzazione. [238] La perdita dell'Africa dovette essere un altro duro colpo per le finanze dello stato e indebolì ulteriormente l'esercito: in un editto del 444 il regime imperiale ammise che le ristrettezze economiche dovute alla perdita dell'Africa non permettevano allo stato di rinforzare l'esercito in modo adeguato per fronteggiare le minacce esterne, per cui si dovette giocoforza ridurre i privilegi fiscali ai proprietari terrieri e aumentare le tasse, portando a perdita di consenso. L'età minima per i volontari (non più costretti a prestare il servizio di leva) era ora stabilita a 17 anni, quella massima a 46. All'interno dei massimi livelli di entrambe le branche, le trasformazioni strutturali occorsero sia in conseguenza di effettive riforme militari, sia per l'emergere di naturali evoluzioni strutturali. I manipoli erano unità di 120 uomini, tutti provenienti da una medesima classe di fanteria. [94] La distinzione tra hastati, principes e triarii, che già era andata assottigliandosi, era ufficialmente rimossa,[66][95] e fu creata quella che, nell'immaginario popolare, è la fanteria legionaria, che formava una forza omogenea di fanteria pesante. Il numero degli alleati, in ciascuna legione, è in numero pari a quello dei cittadini, ma nella cavalleria è tre volte superiore", Fase I: L'esercito ebbe origine dal servizio militare obbligatorio annuale che incombeva sulla, Fase II: Con l'espansione dei territori cadenti sotto il controllo romano, e con l'accrescersi in grandezza delle forze armate, i soldati divennero gradualmente dei professionisti salariati. [178], «Infatti, per la previdenza di Diocleziano tutto l'impero era stato diviso [...] in città, fortezze e torri. I gradi più bassi della nuova gerarchia militare prevedevano, oltre ai soliti centurioni e tribuni, anche i cosiddetti duces,[185] i quali avevano il comando territoriale di specifici tratti di frontiera provinciale, a cui erano affidate truppe di limitanei. Fondatore e direttore artistico del Picentia Short Film Festival. [74] I fanti erano poi suddivisi in quattro differenti categorie, sulla base della classe sociale/equipaggiamento ed età:[75]. Tra le unità di fanteria migliori, a partire dall'epoca di Diocleziano, vi furono le legiones palatinae degli Ioviani e degli Herculiani. [84], Al termine della seconda guerra punica vi fu una nuova riduzione del censo minimo richiesto per passare dalla condizione di proletarii (o capite censi) ad adsidui, ovvero per prestare il servizio militare all'interno delle cinque classi, come aveva stabilito nel VI secolo a.C., Servio Tullio. [44] Si trattava di 2 compagini legionarie, una utilizzata per difendere la città e l'altra per compiere campagne militari esterne. Nell’età repubblicana le legioni erano quattro, due per ogni console, ma aumentarono gradualmente con l’aumentare dei conflitti fino alle guerre civili. [212] Tuttavia, i decreti imperiali del ca. I rapporti di Costantino con gli intellettuali pagani, La crisi nell’impero romano nel III e nel del IV secolo, L’atteggiamento di Costantino nei riguardi della Divinazione, Il culto imperiale durante l’Impero di Costantino, L’atteggiamento di Costantino nei riguardi della magia, La morte, i riti funebri e l’aldilà nel mondo romano, Il matrimonio nelle principali antiche civiltà, Imperial Cold Case / Flavio Giulio Crispo, I misteri eleusini e i misteri orfici nell’Antica Grecia, La battaglia di Isso: la sconfitta di Dario III, il Gran Re dei Persiani e la fondazione di Alessandria d’Egitto. A differenza delle successive formazioni legionarie, composte esclusivamente di fanteria pesante, le legioni della prima e media età repubblicana consistevano di fanteria sia leggera che pesante. Tuttavia non si può affermare che le classi sociali di Roma fossero create dal censimento, piuttosto furono da esso enucleate. Gibbon (Capitolo XVII) narra che molti giovani si tagliarono le dita della mano destra pur di non essere arruolati. L'evoluzione dell'esercito nel periodo Comneno (prima puntata) Non possiamo escludere, però, che tale riorganizzazione (rispetto a quella proposta da Tito Livio nel paragrafo precedente), non possa appartenere ad un'epoca antecedente e databile addirittura alla stessa guerra latina (340-338 a.C.),[62] o alla terza guerra sannitica (298-290 a.C.) oppure alla guerra condotta contro Pirro e parte della Magna Grecia (280-272 a.C.). [16], L'esercito manipolare deve il suo nome alle modalità tattiche con cui la sua fanteria pesante era dispiegata in battaglia. Spesso, per non privarsi della manodopera necessaria alla coltivazione delle loro terre, i latifondisti riscattavano dal servizio militare i loro contadini, versando al fisco una quota in denaro, che era usata dallo Stato per reclutare i barbari (il problema è in realtà molto discusso; cfr. Storia — Organizzazione dell'esercito di Roma (Caput Mundi)(formato word pg 5) . Questo punto della riforma, però, eliminò definitivamente ogni legame tra le legioni e l'Italia, poiché i nuovi comandanti, che erano spesso militari di carriera partiti dai gradi più bassi e arrivati a quelli più alti, erano interessati solo al proprio tornaconto o al massimo agli interessi della provincia d'origine, ma non a Roma. Gallieno non fece altro che formalizzare una pratica, iniziata sotto Augusto e andata consolidandosi a partire da Settimio Severo, che toglieva progressivamente l'esperienza militare ai senatori. Analogamente conferì all'"esercito di confine" una connotazione più peculiare: le unità che lo costituivano furono definite limitanee (stanziate lungo i limes) e riparienses (operanti lungo i fiumi Reno e Danubio) (in epoca teodosiana alcune di esse furono rinominate pseudocomitatenses quando trasferite nell'"esercito mobile"). Contemporaneamente, andò scomparendo l'uniformità strutturale che poteva riscontrarsi agli albori dell', la seconda era formata da armati di età più matura, chiamati, la terza era formata da altri quindici "ordini", formati ciascuno da 3 manipoli (il primo di, sul finire del suo principato, la classica armatura a “maglia di ferro” (, al fine di ingraziarsi i pretoriani, aumentò il numero delle, riorganizzò la carriera degli ufficiali di, La speciale "guardia del corpo" voluta da, il primo compito del nuovo imperatore fu di ripristinare l'antica disciplina militare, ma soprattutto quello di evitare che l'eccessivo lealismo/devozione delle legioni ai propri comandanti potesse generare una nuova, data inoltre la crescente scarsità di reclute (cosa che da tempo rappresentava un problema insanabile) decise di aumentare l'impego di, al fine di aumentare la capacità difensiva dei, non trascurò il fatto che le truppe di confine, quando rimanevano inattive per troppo tempo, in un ambiente ospitale (soprattutto in Oriente), perdevano la loro capacità di combattere. Vegezio, autore di un manuale di strategia militare redatto tra la fine del IV secolo e la prima metà del V secolo, si lamentò per l'imbarbarimento progressivo dell'esercito romano, il quale, cominciando a combattere alla maniera barbarica, perse il suo tradizionale vantaggio nella superiore disciplina e strategia militare; lo stesso Vegezio si lamentò per il fatto che l'imperatore Graziano avesse permesso ai suoi fanti, probabilmente di origini barbariche, di non indossare più elmo e armature, esponendoli maggiormente alle armi nemiche e portando come nefasta conseguenza a diverse sconfitte contro gli arcieri goti. Tale nuovo assetto, frutto di un lento e graduale ripensamento dell'intero apparato militare romano, fu poi conservato per tutto il IV ed il V secolo e presso l'Impero romano d'Oriente sopravvisse almeno fino al VI secolo. [237] Privato dell'esercito delle Gallie ed essendosi ridotti i possedimenti imperiali nelle Gallie a Provenza e Alvernia, l'Impero non era in grado di difenderle con il solo esercito d'Italia e nel 475/476 le due regioni furono conquistate dai Visigoti di re Eurico. [230] Non è un caso che a questo periodo si pensa risalga l'ultimo aggiornamento della Notitia Dignitatum in seguito all'istituzione dell'unità denominata Placidi Valentinianici felices (dedicata all'imperatore Valentiniano III e annoverata tra i numeri intra Italiam). Le file non erano compatte, ma suddivise in manipoli (ogni manipolo era composto da due centurie). Nonostante tutto, secondo alcuni studiosi, l'esercito romano fu efficiente fino ad almeno a Maggioriano (461). Quindi a piedi, con lance o giavellotti, spade, pugnali ed asce, mentre solo i più ricchi potevano permettersi un'armatura completa, dotata di elmo e corazza. [171], La strategia dei due imperatori può essere considerata, col senno di poi, efficacissima nel breve termine (le incursioni barbariche, infatti, vennero respinte senza problemi per buona parte del IV secolo), ma deleteria quanto ai suoi effetti finali, dato che i costi enormi per il mantenimento dell'esercito finirono per pesare sempre di più su una struttura economica e produttiva già in grave crisi. Il termine ala impiegato nell'esercito romano ebbe almeno tre differenti significati tattici nel corso della storia romana. II - Da Augusto ai Severi, L'esercito romano. Le truppe di cavalleria divennero con il tempo di competenza degli alleati di Roma (socii), che si impegnavano a fornire anche truppe ausiliare (auxilia). La guida dell'esercito fu sottratta ai prefetti del pretorio, ed ora affidata a: il magister peditum (per la fanteria) ed il magister equitum (per la cavalleria). In totale vi erano circa 340 000 uomini, di cui 140 000 servivano nelle legioni. Erano ammesse varie cause di dispensa: età, numero di campagne fatte (in genere, secondo Polibio, 10 a cavallo o 16 a piedi). L'esercito manipolare si basava in parte sul sistema di classi sociali e in parte sull'età e sull'esperienza militare,[64] e rappresentava quindi un compromesso teorico tra il precedente modello basato interamente sulle classi e gli eserciti degli anni che ne erano indipendenti. L’esercito romano nel VI secolo d.C. Continuando la mia analisi dell’evoluzione storica dell’esercito dell’Impero Romano d’Oriente, passo a descrivere in qual modo l’esercito descritto dallo Strategikon si è evoluto, nel corso del V e VI sec. Non vos turbatis. Inizialmente, infatti, quello del soldato non era considerato un mestiere, e conseguentemente non era retribuito. [60][61] Non a caso Polibio scrive dei Romani: «I Romani, quando vennero a conoscenza di [determinate] armi [e tattiche], subito le imitarono, perché più di qualsiasi altro popolo sono capaci di cambiare abitudini e di puntare al meglio.». Co-fondatore e presidente dell'Associazione di Produzione Cinematografica Indipendente 'ACT Production'. [88], Durante il II secolo a.C., il territorio romano conobbe un generale declino demografico,[89] in parte dovuto alle enormi perdite umane subite nel corso di varie guerre. La vera grande riforma militare di Diocleziano fu soprattutto di tipo politico. Il vantaggio immediato fu che venne approvata una legge che dichiarava guerra a Veio e i nuovi tribuni con potestà militare vi condussero un esercito in massima parte formato da volontari. Mario a sua volta modificò questo schieramento, suddividendo semplicemente la legione in unità di 600 uomini dette cohortes. Scheidel, W., 1996, "Measuring Sex, Age and Death in the Roman Empire", Il termine è usato, occasionalmente, come un antico nome dei cavalieri romani: in, Nei circa due secoli che separano la Seconda guerra punica dall'avvento del Principato di Augusto si è calcolato che in media era impegnata ogni anno nell'esercito il 13 per cento della popolazione maschile sopra i 17 anni, con punte del 30 per cento (, Tale affermazione costituisce una congettura fondata sul fatto che l'ultimo a citare l'utilizzo del manipolo sia stato, Una forte guarnigione romana veniva posta nella nuova città di, Secondo Giorgio Ruffolo la cifra di un milione di uomini sotto Costantino è esagerata (. Le unità di cavalleria dell'esercito romano tardo imperiale erano le vexillationes (palatinae, comitatenses o pseudocomitatenses). [99] Si trattava della prima forma di un esercito di professionisti dove era abolita la coscrizione per censo, mentre i soldati veterani, che dall'esercito traevano quotidiano sostentamento (vitto e alloggio, oltre all'equipaggiamento), ottennero una pensione sotto forma di assegnazioni di terre nelle colonie e, più tardi, anche della cittadinanza romana. Questo contribuì alla creazione di un esercito di professione, e la stessa Roma nel corso di quest’epoca si trovò a far fronte alle promesse di distribuzione delle terre ai veterani fatte dai suoi generali. Dalle fonti storiche e archeologiche alle moderne ricostruzioni, The Cambridge Companion to the Roman Republic, Mare nostrum - les infrastructures, le dispositif et l'histoire de la marine militaire sous l'empire romain, Classes. Ognuno era comandato da un magister militum, anch'esso dipendente direttamente dall'Imperatore.[212]. [69], I cittadini romani erano, inoltre, obbligati a prestare servizio militare, entro il quarantaseiesimo anno di età, per almeno 10 anni per i cavalieri e 16 anni per i fanti (o anche 20 in caso di pericolo straordinario). [53] Era utilizzata all'interno della legione, la formazione manipolare (dal latino manipulus). Ecco come risulta suddivisa la scala gerarchica della parte Orientale, dove all'Imperatore rispondevano due prefetti del pretorio, oltre a un Praefectus urbis Constantinopolitanae, un Magister officiorum ed un Comes domesticorum: A questa struttura seguiva parallelamente una conseguente divisione territoriale delle forze militari, come segue: La sezione orientale della Notitia è datata al ca. [173] Il nuovo imperatore dispose, prima di tutto, una divisione del sommo potere imperiale, dapprima attraverso una diarchia (due Augusti, a partire dal 285/286) e poi tramite una tetrarchia (nel 293, tramite l'aggiunta di due Cesari),[174] compiendo così una prima vera "rivoluzione" sull'intera struttura organizzativa dell'esercito romano dai tempi di Augusto. Delle legioni sopravvissute alla guerra civile, 28 rimasero dopo Azio, e 25 dopo la disfatta di Teutoburgo, oltre ad un numero crescente di auxilia. Venne costituita per la prima volta una "riserva strategica" in prossimità di Roma di quasi 30 000 armati: favorì i legionari in vari modi, aumentando loro la, A questo regno risalirebbero alcune importanti modifiche tattiche dell'esercito, come il ritorno allo schieramento, Aumentò il ricorso sempre più frequente ad. [232] Vegezio lamentò poi che non si costruissero più accampamenti e riferisce le conseguenze nefaste di questa scelta. Il numero delle legioni non solo fu aumentato, ma fu meglio distribuito: si cominciarono a utilizzare sempre più spesso loro vexillationes, riducendo il numero degli effettivi della "legione madre" a vantaggio di sue "parti" inviate in altri settori strategici, dai quali mai più avrebbero fatto ritorno al "campo base". [217] L'unico dux che probabilmente dipendeva direttamente al MVM era il dux Raetiae I et II, le cui province appartenevano alla diocesi di Italia. [228][229] Per questa ragione si ricorse sempre di più a contingenti barbarici, utilizzati dapprima come mercenari a fianco delle unità regolari tardo imperiali (legiones, vexillationes ed auxiliae), ed in seguito, in forme sempre più massicce, come foederati che conservavano i loro modi nazionali di vivere e fare la guerra. [7], Si tramanda che l'organico dell'esercito sia passato da 3 000 a 4 000 unità nel V secolo a.C., e quindi da 4 000 a 6 000 effettivi dopo il 400 a.C.[16] Quest'ultimo organico di 6 000 uomini fu poi diviso in 60 centurie di 100 uomini ciascuna.[50]. VI-VII. Una prima riforma fu fatta dal re Servio Tullio: la leva veniva fatta in base al censo. L'esercito di campagna veniva reclutato tra gli juniores che erano costituiti dai maschi dai 18 ai 46 anni; esistevano poi i seniores (dai 47 ai 60 anni) che potevano essere chiamati per i servizi territoriali. Armamento e organizzazione, Vol. [178], Diocleziano, in sostanza, non solo intraprese una politica a favore dell'aumento degli effettivi, ma anche volta a migliorare e moltiplicare le costruzioni militari del periodo, sebbene queste ultime siano risultate, sulla base dei ritrovamenti archeologici, meno numerose di quanto non abbiano raccontato gli antichi[179] ed i moderni. E proprio su questo punto mi voglio soffermare per chiudere questo breve excursus sulle riforme tardo imperiali: le fortificazioni, i “castelli”, le strutture difensive hanno un valore che comincia a farsi crescente. Ogni legione aveva un nome, un’insegna militare (era considerato un grande disonore perderla) e animali protettori. L'esercito romano devi quindi evolversi e trasformarsi in una macchina bellica più efficiente: giustamente gli autori sottolineano come il III secolo non sia un'età decadente, tutt'altro. 400-25: a causa di ciò e della situazione di emergenza in cui si trovava l'Occidente romano, che portò a costanti cambiamenti nelle disposizioni delle armate e dei comandi a seconda delle necessità del momento, il documento in molti casi non riflette né la situazione nel 395 né quella nel 420-425, ma un misto delle due: per esempio le disposizioni per la Britannia sono da datare a prima del 410, in quanto è in quella data che le truppe romane si ritirarono definitivamente dall'isola;[217] mentre il grande comitatus in Spagna, che non era una diocesi di frontiera, riflette sicuramente la situazione post-410, quando la penisola iberica fu invasa da Visigoti, Suebi, Alani e Vandali. Qualora non fosse fornito di armamento pesante indossava un berretto pannonico (più comune in occidente) o un berretto frigio (più comune in oriente). Il termine esercito manipolare, cioè un esercito basato su unità chiamate manipoli (lat. Sarebbe quindi più corretto dire che la struttura dell'esercito veniva leggermente affinata, piuttosto che radicalmente riformata. [29], Secondo Pietro De Francisci i primi eserciti erano formati dalle gentes, unitamente ai rispettivi clientes. Queste ultime erano dotate di uno sperone di ferro a prua e potevano avere un ponte levatoio uncinato (corvus) che permetteva di agganciare le navi nemiche e ricreare le stesse condizioni del combattimento a terra. Egli andava così riunendo i tre manipoli di hastati, principes e triarii per dare loro maggiore profondità, attribuendo a loro lo stesso ordine. La riforma più sostanziale si ebbe con Caio Mario (fine II secolo a.C.), che promosse la il reclutamento volontario, lasciando tuttavia la leva obbligatoria: il periodo di ferma era ventennale, era retribuito ed era aperto anche aiproletarii. Secondo le narrazioni sopravvissute, furono tre i re di Roma durante l'occupazione etrusca: Tarquinio Prisco, Servio Tullio, e Tarquinio il Superbo. L'ultima profonda modifica apportata all'esercito, a seguito della quale esso assumeva definitivamente la forma riportata nella Notitia Dignitatum, fu quella realizzata nel 365 da Valentiniano I (Augustus senior presso Milano) e suo fratello Valente (Augustus iunior presso Costantinopoli). A partire dal 460, l'esercito occidentale era in larga parte dissolto. iniziò la barbarizzazione dell'esercito romano, Questo imperatore licenziò i mercenari, preferendo pagare 500 000, appartenere a determinate comunità dell'Impero, nei periodi più antichi, che il chiamato potesse inviare al suo posto un sostituto. L'esercito romano fu l'insieme delle forze militari terrestri e di mare che servirono l'antica Roma nella serie di campagne militari che caratterizzarono la sua espansione, dall'epoca dei sette re, alla Repubblica romana e all'epoca imperiale fino al definitivo crollo. Oltre ad essi, vi erano 3 comitatus regionali, in Illyricum orientale, e nelle diocesi di Tracia e di Oriente, comprendenti per lo più truppe di rango comitatenses. In età imperiale le legioni divennero stanziali per assicurare una difesa migliore ai territori imperiali. Le auxiliae palatinae furono il prodotto di un riuscito processo di integrazione dell'elemento barbarico nelle Istituzioni Romane, a differenza di quanto avvenne con i foederati. In sostanza l'esercito serviano contava 1 800 cavalieri e 17 000 fanti potenzialmente atti alle armi (suddivisi in 5 classi ed in 170 centurie) oltre ad alcune unità speciali per un totale di 193 centurie. Suoi subordinati erano i luogotenenti (legati), gli ufficiali (tribuni militum) e i comandanti della centuria (centuriones). Nella prima fase della repubblica romana l'esercito continuò a evolvere e, sebbene tra i romani vi fosse la tendenza ad attribuire tali cambiamenti a grandi riformatori, è più probabile che i cambiamenti fossero il prodotto si una lenta evoluzione piuttosto che di singole e deliberate politiche di riforma. Se in passato, infatti, i comandanti delle legioni (legatus legionis) provenivano in buona parte dal Senato, e solo pochi erano cavalieri, come quelli che comandavano le legioni egiziane, mesopotamiche (come la I e III Parthica) o del castrum italico presso i colli Albani (Legio II Parthica), grazie a Gallieno provenivano tutti dalla sola classe equestre (praefectus legionis). [100], L'organizzazione interna subiva inoltre un cambiamento fondamentale: il manipolo perse ogni funzione tattica in battaglia e fu sostituito in modo permanente dalle coorti (sull'esempio di ciò che era già stato anticipato da Scipione l'Africano un secolo prima), organizzate in numero di 10 per legione e numerate da I a X. manipulus singolare, manipuli plurale, da manus, ovvero "mano"), è pertanto utilizzato in contrapposizione con il successivo "esercito legionario" tardo repubblicano e alto imperiale, che era incentrato invece su un sistema di unità chiamate coorti. Appesa al cingulum (simile ad una cintura) portava la spatha. Con la riforma augustea dell’esercito romano, l’accesso alla carriera militare non era aperto a tutti, infatti era necessario rispondere a precisi requisiti fisici.