Risposte ai miei commenti [3] Quella notte Bailly aspettò più di un'ora nella speranza che si tutto si risolvesse in un clima più tranquillo, e ammise nelle sue Mémoires che alcuni degli spiriti più impetuosi nella stanza chiesero a gran voce addirittura la sua rimozione. Questa sarà l'ultima convocazione degli Stati Generali fino allo scoppio della Rivoluzione Francese del 1789. Donne e dialogo – sottoscrizioni del manifesto. Gli Stati Generali vennero convocati periodicamente, intervenendo nella deliberazione e ripartizione delle imposte, a partire dal 1484 fino al 1789, quando vennero trasformati in una Assemblea nazionale costituente. Il debito pubblico, già rilevante negli ultimi anni del regno di Luigi XIV, continuò a crescere sotto il regno di Luigi XV, a causa degli sprechi, dei privilegi e delle esenzioni di cui godeva la nobiltà. Nei fumetti e nei videogiochi come vedono le Donne? Anziché reagire in modo “rivoluzionario” hanno scelto la via della responsabilità limitata, troppo spesso esiliandosi in un posizionamento difensivo. Fondatrice e direttrice del Portale delle Donne: www.donneierioggiedomani.it (2005/2017). Si trattava già di un atto rivoluzionario: ad esso, la nobiltà, con 141 deputati contro 47, rispose dichiarandosi favorevole al voto per ordine, imitata dal clero, ma con una maggioranza risicata di 133 rappresentanti contro 114 voti contrari espressi soprattutto dal basso clero, guidato dall'abate Grégoire. La Rivoluzione appena intrapresa doveva ancora drammaticamente continuare. La convergenza di aristocrazia e borghesia verificatasi a Vizille non fu imitata nel resto della Francia, perché gli interessi delle due classi, unite nella lotta contro l'assolutismo monarchico, rimanevano per il resto del tutto divergenti. Uscito da Palazzo Chigi Giuseppe Conte ha risposto alle domande dei cronisti in merito alla sua convocazione in Procura a Bergamo e alla non partecipazione delle opposizioni agli Stati generali … Nel passato remoto e recente, dopo gli anni del femminismo che ha avuto il merito di richiamare l’attenzione sulla questione di genere nella politica e nel mondo, dopo le battaglie referendarie ecc., le risposte della politica si sono tuttavia reiteratamente dimostrate insufficienti, piuttosto attente ad intestarsi, a volte arbitrariamente, i pochi successi. Tendenzialmente, nelle istituzioni preposte, ci si è adoperati alla realizzazione di progetti di ricerca, pur utili, piuttosto che in altri spazi di formazione e di comunicazione. Nei tre giorni successivi l'Assemblea, forte dei deputati del Terzo Stato e della maggioranza dei rappresentanti del clero, vide ancora aumentare i propri ranghi: il 25 giugno si unirono 47 nobili, tra i quali il duca d'Orléans. Le donne sono ancora soggetti di terribili vessazioni contro le quali il nostro Governo dovrebbe assumere una posizione anche a nome di tutte le altre e in particolare delle sue cittadine. Sebbene quest’assemblea fosse nata con la funzione di limitare e controllare il potere monarchico, da parte sua il re l’aveva di fatto esautorata non convocandola. Inaugurati il 5 maggio 1789, essi furono gli ultimi dell'Ancien Régime, crollato a seguito della Rivoluzione. Certo che oggi le donne sono molto più presenti che in passato, grazie a queste norme, ma non per questo esse riescono a contaminare il profondo pregiudizio di genere che limita ancora la società. [2] La crisi fu raggiunta nella notte del 16 giugno. Stati Generali Nel Regno di Francia prima della Rivoluzione, l’assemblea generale dei rappresentanti dei 3 ordini o Stati (clero /">clero, nobiltà e ‘terzo Stato’, ossia la borghesia). Con Luigi XIII inizia in Francia a svilupparsi la monarchia assolutista fino al giorno della grande disfatta con Luigi XVI nel 1793 sulla ghigliottina. La “questione” di genere è un tema che travalica i confini di ciascuno stato nel mondo. Il rallentamento dello sviluppo economico, verificatosi a partire dal 1778 e la successiva recessione prolungatasi per tutto il regno di Luigi XVI, unitamente alle enormi spese militari sostenute in appoggio della Guerra d'Indipendenza americana (2 miliardi di lire francesi) portò le classi popolari alla miseria e le finanze statali al tracollo. Tuttavia i deputati del Terzo Stato potevano presentarsi uniti all'inaugurazione degli Stati generali: non così i rappresentanti degli altri due ordini. La crisi finanziaria dello Stato francese aveva origini lontane. Nobili, ecclesiastici e borghesi votarono una risoluzione che richiedava la reintegrazione dei magistrati e la convocazione degli Stati generali. Si tratta infine di scrivere, tutti insieme, nuove regole di sopravvivenza e di convivenza. Anche i cahiers del Clero e della Nobiltà si mostravano favorevoli all'abolizione dell'assolutismo e a molte richieste del Terzo Stato. Attente alla contemporaneità, ai saperi scientifici, allo sviluppo delle tecnologie, il movimento delle donne deve contemporaneamente confrontarsi con antichi stereotipi, che ne limitano l’esistenza, per sconfiggerli e non per tollerarli. La seduta inaugurale ebbe luogo il 5 maggio, in una sala dell'Hôtel des Menus-Plaisirs, a Versailles, ribattezzata per la circostanza Sala dei tre Ordini. “Conquiste” come le quote rosa, le azioni positive, le liste di genere, le rappresentanze numeriche come strumenti di rinnovamento hanno mostrato i limiti dell’obbligo al posto della consapevolezza. Notificami i nuovi commenti via e-mail. Il 17 giugno, in una turbolenta riunione del Terzo Stato fu scelta e approvata, su mozione di Sieyès, la proposta del deputato Legrand di definirsi «Assemblea nazionale». Bailly nelle sue Mémoires racconta un resoconto della sessione del 17 giugno con un'ostentazione melodrammatica: «Questo giorno sarà per sempre indimenticabile. Come si svolsero poi i fatti li racconta la memoria storica. Soltanto le redazioni dei cahiers del Terzo Stato erano state precedute dalla presentazione di cahiers elaborati dalle assemblee di parrocchia, di corporazione e di quartiere, dei quali però non si era sempre tenuto conto nell'elaborazione di quelli definitivi di baliaggio. Essa raccoglieva tutte le forze che avevano a che fare con lo Stato (clero, nobiltà e terzo stato) e il suo ruolo contemplava di riunirsi quando si fossero presentati pericoli per il paese. Altre realtà e in diverse occasioni, anche culturali, hanno usato una terminologia simile per indicare la fine della pazienza e della resilienza femminile. Commercio: Albano propone convocazione Stati Generali. Forte della decisione del Parlamento, il ministro Necker appoggiò, nella riunione del Consiglio reale del 27 dicembre, la richiesta del raddoppio del Terzo Stato, dichiarandosi anche favorevole a lasciare libertà di candidarsi a rappresentante di qualunque ordine, indipendentemente dal proprio ordine di appartenenza. In fondo, è sempre così. L’evoluzione amministrativa e politica dei feudi periferici portò in Francia alla costituzione di assemblee locali, gli Stati provinciali. Nelle città gli elettori si sarebbero riuniti nelle corporazioni di appartenenza o, se non iscritti, nei quartieri di domicilio, scegliendo due delegati ogni cento votanti. Questo sito utilizza cookie, eventualmente anche di terze parti, per offrirti una migliore esperienza di navigazione. Dopo gli anni del femminismo, cui con orgoglio e spesso si fa riferimento, le donne non hanno mai cessato di rivolgersi alla politica considerandola interlocutore primario ma senza fare mai salire il livello del confronto. Successivamente saranno convocati 22 volte in 487 anni. Il 19 giugno il clero, con 149 voti contro 137, decise di unirsi all'Assemblea, mentre la nobiltà resistette, indirizzando al re una protesta nella quale ricordava che con la soppressione degli ordini non erano soltanto in gioco i diritti e il destino della nobiltà, ma quelli della stessa monarchia. Fu il «sereno e dignitoso» Jean Sylvain Bailly, astronomo e accademico, decano del Terzo Stato, a pilotare i deputati durante la turbolenta sessione nella quale decisero di costituirsi in Assemblea nazionale. Molte delle sue aderenti hanno svolto o svolgono incarichi prestigiosi. Luigi XVI accolse immediatamente l'invito alla resistenza proveniente dalla nobiltà: lo stesso giornò annunciò di non riconoscere i decreti di quell'Assemblea, promise di intervenire alla seduta del prossimo 23 giugno e fece intanto chiudere la sala delle riunioni. [9][10][11], Fu una settimana piena di eventi drammatici che vide, anche, l'ascesa definitiva dei primi eroi della Rivoluzione. © 2020 Dol's Magazine. E’ stato solo grazie alla politica per la “parità e l’uguaglianza delle donne”, innescata e imposta dalla Comunità Europea a tutti gli Stati aderenti, che il nostro Paese ha intrapreso la strada istituzionale per la politica di genere. Gli Stati generali del 1789 furono convocati da Luigi XVI allo scopo di raggiungere un accordo tra le classi sociali idoneo a risolvere la grave crisi politica, economica, sociale e finanziaria che affliggeva da anni la Francia. Prima di passare al giornalismo è stata: Consigliere circoscrizionale del Comune di Roma, Vice Presidente del Comitato di parità presso il Ministero del Lavoro, Presidente del Comitato di parità presso il Ministero degli Affari Esteri e Consigliere regionale di parità presso l'Ufficio del lavoro della Regione Lazio. Il ministro delle finanze Necker pronunciò infine un discorso di tre ore, nel quale trattò della grave situazione finanziaria del Paese, mostrandosi tuttavia fiducioso sulla possibilità di porvi rimedio: sostenne infatti che il disavanzo del bilancio statale ammontava a 56 milioni di lire francesi, anziché ai reali 105 milioni. (ANSA). In questo millennio potrebbe presentarsi l’ultima possibilità d’invertire queste tendenze. Riunitisi per la prima volta, su convocazione di Isa Maggi che ne stata l’anima il 5 dicembre 2014 a Roma presso il Parlamento Europeo, essi si sono sparsi a macchia di leopardo su tutto il territorio dando vita ad un percorso di modernizzazione del concetto di “stati generali” pur mantenendone la forza espressiva. Questo dimostra che se “tutte” le forme di partecipazione delle donne trovassero forma, forza e volontà di aderire ad un progetto comune e se gli SGD ottenessero un riconoscimento istituzionale, tutte insieme potrebbero divenire il “soggetto” idoneo ad indire un tavolo d’incontro-confronto nazionale in cui concordare proposte comuni e divenire di fatto un organo consultivo permanente del governo fino alla realizzazione del progetto stesso. [7] Una volta entrati dentro, fu offerta una sedia a Bailly il quale, invece di accettarla, si pose sopra ad un tavolo, rifiutando di sedersi mentre l'Assemblea si stava riunendo. Non esistevano più le vecchie divisioni feudali e solo la Nazione, non il re o il governo, diretta emanazione reale, poteva emanare decreti e il decreto sulla fiscalità, in particolare, ricordava implicitamente che, senza l'approvazione dell'Assemblea nazionale, il popolo poteva rifiutarsi di pagare le tasse. Stati Generali dell’Innovazione augura a tutti una Buona Pasqua, con la speranza che questo momento... Fortuna audaces iuvat. Ben 149 deputati del clero, sensibili ai problemi dei contadini, si unirono a loro nell'esaltazione generale: avevano così assestato un nuovo colpo all'assolutismo. Vi erano tuttavia anche vescovi liberali, quali Talleyrand-Périgord, vescovo di Autun, o l'arcivescovo di Bordeaux, Champion de Cicé. Cosa sono gli Stati Generali ‘di Conte’ Facendo un balzo in avanti arriviamo agli Stati Generali convocati dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel giugno del 2020. Gli Stati Generali erano una assemblea di origine medievale e feudale e venivano indetti proprio per limitare il potere del sovrano. All’inizio infatti essi furono una struttura (parallela al sistema feudale) che si basava sul riconoscimento degli interessi generali di tutti i gruppi sociali nel loro insieme, dunque di tutta la società civile, assumendo di fatto un valore politico imprescindibile. Essi contavano 1139 membri di cui 291 rappresentanti del Primo Stato (clero), 270 per il Secondo Stato (aristocrazia) e 578 per il Terzo Stato (popolo, in particolare la borghesia). Il 4 maggio si tenne una processione per le strade di Versailles e fu celebrata una messa nella chiesa di San Luigi, nel corso della quale il vescovo di Nancy de La Fare pronunciò il sermone. Nel periodo seguente ha inizio l'era degli stati sul tipo rivoluzionario, ma anche quella di riunioni che cessano di essere generali, poiché avviene la convocazione, talvolta sincrona, di stati della lingua d'oïl (nord della Francia) e della lingua d'oc (sud). Questo fu il giorno in cui si costituì l'Assemblea, quando l'Assemblea annunciò i diritti della nazione...»[5] Dopo che il decreto di costituzione, su mozione di Sieyès, fu approvato, la neo-battezzata Assemblea nazionale elesse Bailly come suo primo presidente. All'ordine, ufficialmente comunicato dal maestro delle cerimonie al deputato decano Bailly, obbedirono la nobiltà e una parte del clero: il resto dell'Assemblea decise di continuare i lavori, dichiarando validi i decreti approvati e inviolabili le persone dei deputati. Per la sua attività giornalistica e di scrittrice ha vinto diversi premi. Alla presenza di Luigi XVI e di Maria Antonietta, i deputati presero posto: il clero sedette alla destra del trono, la nobiltà alla sinistra e i deputati del Terzo Stato, entrati nel palazzo da una porta laterale e dopo aver atteso in un corridoio, entrarono uno a uno nella sala, prendendo posto di fronte ai reali. 1 Conclusioni Stati Generali e convocazione assemblea iscritti: elezione tesoriere. La seduta si aprì con il discorso di re Luigi il quale, dopo aver lamentato l'eccessiva inquietudine che percorreva il Paese, auspicò il riordino delle finanze, invitando i deputati a fare proposte che egli avrebbe attentamente esaminato; seguì il discorso del guardasigilli Barentin il quale, fatto l'elogio del re, fece comprendere ai deputati di essere contrario a ogni novità. Si reclamava una Costituzione liberale, che stabilisse l'eguaglianza di tutti i sudditi, garantisse la libertà individuale e di stampa, che prevesse la limitazione dei poteri reali, l'elezione di un Parlamento nazionale con potere legislativo e che pertanto determinasse anche la misura dell'imposizione fiscale e infine che stabilisse la formazione di organi elettivi a cui affidare le amministrazioni locali. Adolphe Thiers nel suo libro Histoire de la révolution française descrive il presidente Bailly come in piedi in disparte su di un podio, con le braccia conserte, mentre davanti a lui si scatena la bolgia. [8] Fu proprio Bailly, da presidente dell'Assemblea, a proporre il famoso giuramento - scritto da Jean-Baptiste-Pierre Bevière - e fu anche lui il primo a pronunciarlo e a sottoscriverlo: tutti lo imitarono, firmando il documento, eccezion fatta per Joseph Martin-Dauch, deputato di Castelnaudary, che si oppose apponendo la scritta "avversario" accanto alla sua firma. Perché le donne non sono una categoria di cittadine scomode e incontentabili ma un valore trasversale per il Paese. Due dei soggetti in questione, anziani e bambini, purtroppo non sono in grado di autoconvocarsi e rappresentarsi alla politica se non attraverso terzi ma, per quanto riguarda le donne la situazione assume connotati diversi.