E’ la 699 Superleggera di Gio Ponti e Cassina, che in questo 2017, compie i suoi primi 60 anni. His most famous works are the Pirelli Tower, built from 1956 to 1960 in Milan in collaboration with the engineer Pier Luigi Nervi, the Villa Planchart in Caracas and the Superleggera chair, produced by Cassina in 1957. From a simple participant, he became a member of the steering committee of the Monza Biennials in 1927, where he advocated for a closer bond between crafts and industry. In the field of interior design, Ponti multiplied inventions and favoured multifunctional solutions; In 1951, he developed an ideal hotel room for the Milan Triennial, in which he presented a "dashboard" bed headboard composed of shelves, some of which were mobile, and control buttons for electricity or radio. 1933–1938: Case tipiche (typical houses), via Letizia and via del Caravaggio. artista verso gli artisti, in Gio Ponti e l’architettura sacra, Silvana Editoriale 2005. Francesco Vezzoli. He also married Giulia Vimercati in 1921; they had four children (Lisa, Giovanna, Letizia, and Giulio) and eight grandchildren. Ponti also contributed to the creation in 1954 of one of the most important design awards: the Compasso d'Oro prize. Gio Ponti si laureò in architettura presso l'allora Regio Istituto Tecnico Superiore (il futuro Politecnico di Milano) nel 1921, dopo aver sospeso gli studi durante la sua partecipazione alla prima guerra mondiale. Il libro è come uno scrigno che conserva quell’attimo. For this complex, he designed two buildings with highly colored profiles, one of which was designed in collaboration with the architect Gigi Gho.[1]. This theatricality was reinforced by the omnipresence of ceramics, whose uses he reinvented both indoors and outdoors. Foliage patterns were developed on tiles for Ceramica D'Agostino. Vaso ad orcino Gio Ponti, Stuoia 1923 1925 – La prima casa che progettò ed abitò Nel 1925 progettò la sua prima casa a Milano, una palazzina in via G. Randaccio n. 9, d’ispirazione neoclassica (cioè con presenza di nicchie, urne trabeazioni, timpani), che completò nel 1926. Il suo riallacciarsi e utilizzare i valori del passato trovò sostenitori nel regime fascista, incline alla salvaguardia della "identità italiana" e al recupero degli ideali della "romanità",[senza fonte] che si espresse poi compiutamente in architettura con il neoclassicismo semplificato del Piacentini. 1952: Architecture studio Ponti-Fornaroli-Rosselli, via Dezza. Lotto N.° 425 - Gio Ponti e Salvatore Saponaro - Manifattura Richard Ginori San Cristoforo, Milano 1926-1928, "Il pellegrino stanco", terraglia formata a colaggio e decorata a smalti policromi sottovetrina, iscrizione "il pellegrino stanco" sul fronte. Wood structure and legs and velvet upholstery. Its envelope reflected the surrounding landscape and blended into it, like the shell of a beetle. [18] Some of his furniture is now being reissued by Molteni&C. All the materials and the furniture, chosen or designed by Ponti, were shipped from Italy. From 1953 to 1957, he built the Hotel della Città et de la Ville and the Centro Studi Fondazione Livio e Maria Garzanti, in Forlì (Italy), by the assignment of Aldo Garzanti, a famous Italian publisher. Together with this manufacturer, he also produced geometrically decorated and coloured tiles to cover the floors of the Salzburger Nachrichten newspaper's headquarters in Salzburg in 1976. [7] In the late 1930s, Ponti deepened his research on Mediterranean housing by collaborating with writer and architect Bernard Rudofsky. 1959: Auditorium of the Time-Life Building, Sixth Avenue. Inizialmente nell'arte delle ceramiche il suo disegno rifletteva la Secessione viennese[senza fonte] e sosteneva che decorazione tradizionale e arte moderna non fossero incompatibili. Gio Ponti, progetto architettonico e di arredo Antonio Fornaroli, progetto delle strutture Mario De Giovanni, responsabile del cantiere Gustavo Ferrero Tomayo, presidente della Commissione di Lottizzazione di Caracas Graziano Gasperini, primo referente di Ponti a Caracas. This fruitful collaboration, during which they designed furniture and many interiors where ornament and fantasy prevailed (Palazzo del Bo in Padua – 1940, Dulcioria pastry shop in Milan–1949, Sanremo casino – 1950, the liners Conte Grande – 1949 and Andrea Doria – 1950, etc. At the turn of the 1940s, architectural projects continued initially for Ponti, with the construction of the Columbus Clinic (1939–1949) in Milan, and the interior design of the Palazzo del Bo at the University of Padua where he carried out a monumental fresco on the stairs leading to the rectorate. Milano e Gio Ponti: 5 luoghi dove trovarlo #1. In the 1950s and in the 1960s, Ponti multiplied events in Italy and abroad. This period corresponded to a period of reflection in which Ponti devoted himself to writing and designing sets and costumes for theatre and opera, such as Igor Stravinsky's Pulcinella for the Triennial Theatre in 1940, or Christoph Willibald Gluck's Orfeo ed Euridice for the Milan Scala in 1947. Negli anni cinquanta, lo stile di Ponti si fece più innovativo[18] e, pur rimanendo classicheggiante nel secondo palazzo per uffici della Montecatini (1951), si espresse pienamente nel suo edificio più significativo: il Grattacielo Pirelli in Piazza Duca d’Aosta a Milano (1955-1958)[19]. This vast hangar was designed as an architecture laboratory, an exhibition space and a space for the presentation of studies and models. In 1941 Ponti he resigned as editor of Domus and set up Stile magazine, which he edited until 1947. Other collaborations were established, in particular with the Dal Monte brothers, who specialised in the production of papier-mâché objects, the ceramist Pietro Melandri, the porcelain manufacturer Richard Ginori and the Venini glass factory in Murano. Nel 1937 incaricò Giuseppe Cesetti di eseguire un pavimento in ceramica di vaste dimensioni, esposto alla Mostra Universale di Parigi, in una sala dove ci sono anche le opere di Gino Severini e Massimo Campigli. Fu progettata da un collettivo di architetti, guidato da Gio Ponti e Pier Luigi Nervi. Arianna Roggeri "Il rapporto tra due geni del design italiano: Gio Ponti e Ambrogio Pozzi. Sistemi strutturali composti da elementi rigidi (travi semplici grigliati di travi) nei quali il trasferimento dei carichi ai piedritti avviene attraverso la reazione della … L'attività di Ponti negli anni trenta si estese all'organizzazione della V Triennale di Milano (1933) e alla realizzazione di scene e costumi per il Teatro alla Scala[6]. From 1936 to 1961 he worked as a professor on the permanent staff of the Faculty of Architecture at Politecnico di Milano University. Caratteri costruttivi:. 1952–1958: Italian cultural institute, Carlo Maurillo Lerici Foundation. La tappezzeria non è originale. Thanks to his involvement, the Biennale underwent tremendous development: renamed the Triennial of Art and Modern Architecture in 1930 and relocated to Milan in 1933, it became a privileged place to observe innovation at the international level. His daughter Lisa Licitra Ponti soon joined the editorial team. Finally, that same year, his ultimate decorative and poetic shapes, a bestiary of folded silver leaves, were interpreted by the silversmith Lino Sabattini. In 1957, Ponti published Amate l'architettura (In Praise of Architecture), his seminal work where he defined the expression of a finished form (la forma finita) that was simple, light, and did not allow any possibility of extension, addition, repetition or superposition. Costruire è carattere della loro razza, forma della loro mente, vocazione ed impegno del loro destino, espressione della loro esistenza, segno supremo ed immortale della loro storia.». Jan 1, 2019 - Explore Leif Bech's board "CHIAVARI CHAIRS, Sedie di Chiavari" on Pinterest. Nel 1951, si unì allo studio insieme a Fornaroli, l'architetto Alberto Rosselli[11]. Il Palazzo dell’Esposizione Internazionale del Lavoro è una delle più stupefacenti opere architettoniche e strutturali realizzate dall’ingegner Pier Luigi Nervi, con la collaborazione degli architetti Gio Ponti e Gino Covre.Fu inaugurato nel 1961, in occasione delle celebrazioni per il centenario dell’Unità d’Italia che si sono tenute a Torino. 1955–1960: San Luca Evangelista church, via Vallazze. 1931–1936: Case tipiche (typical houses), via de Togni. Tra arte e design", Stampa Grafica Esse Zeta - Varese, aprile 2013. ... su disegno di Armellino&Poggio e la scelta delle posate di Gio Ponti… Nel 1934 l'Accademia d'Italia gli conferì il "premio Mussolini" per le arti[8]. Giovanni Ponti, detto Gio[1] (Milano, 18 novembre 1891 – Milano, 16 settembre 1979), è stato un architetto e designer italiano fra i più importanti del dopoguerra[1]. He was involved in many projects, particularly in his native city of Milan. 1958–1962: RAS office building, via Santa Sofia. [7] From 1943, due to the Second World War, his activity as an architect slowed down. He designed a considerable number of decorative art and design objects as well as furniture. La prima casa nel capoluogo lombardo dell’architetto fu la casa di Via Randaccio 9, costruita tra il 1924 ed il 1926. In quegli anni, la sua produzione fu improntata più ai temi classici, mostrandosi più vicino al movimento Novecento, esponente del razionalismo[4]. Ceramic sanitaries for Ideal Standard, 1954 ca. It was also in the mid 1960s that he befriended art critic Pierre Restany, who became a regular contributor to the Domus magazine. At the time of its inauguration, and for a few months, it was the tallest building in Europe. 1956–1957: Diamond-shaped tiles and ceramic pebbles for Ceramica Joo, Limito. Ponti also presented the work of Charles Eames and of the decorator Piero Fornasetti. Scopo di “Gio Ponti Archives” è amministrare e accrescere la banca dati riferita a Gio Ponti, mettendo in relazione informazioni e materiali di diversa natura, proprietà, origine. From 1934 to 1942, he worked at the University of Padua, with the construction and interior design of the new Faculty of Arts, Il Liviano (1934–1940), then the artistic direction and interior design of the Aula Magna, the basilica and the rectorate of the Palazzo Bo. Paradossi di Gio Ponti. Grattacielo Pirelli, Milano (1956-61), interni. Questa seduta ha fatto la storia del design. [3] From 1936 to 1961, he taught at the Milan Polytechnic School and trained several generations of designers. His studies were interrupted by his military service during World War I. Sempre negli stessi anni iniziò anche la sua attività editoriale: nel 1928 fondò la rivista Domus, testata che diresse fino alla sua morte, eccetto che nel periodo 1941-1948 in cui fu direttore di Stile[4]. 1960–1964: Tiling for Ceramica d'Agostino. Questo fondo, il cui materiale progettuale documenta le opere realizzate dal designer milanese dagli anni Venti agli anni Settanta, è pubblico e consultabile. Cento lettere", prefazione di Joseph Rykwert, Rosellina Archinto Editore, Milano, 1987. Giovanni "Gio" Ponti (18 November 1891 – 16 September 1979) was an Italian architect, industrial designer, furniture designer, artist, teacher, writer and publisher.[1]. He also rationalized the production system of the pieces while maintaining their high quality of execution. 1961–1964: San Francesco al Fopponino church, via Paolo Giovio. Nel 1950 Ponti cominciò a impegnarsi nella progettazione di "pareti attrezzate", ovvero intere pareti prefabbricate che permettevano di soddisfare diversi bisogni, integrando in un unico sistema apparecchi e attrezzature fino ad allora autonome. Nervi fu uno dei più grandi ingegneri del suo tempo, specializzato in strutture … [1] In Caracas, Ponti had freedom to accomplish one of his masterpieces: the Villa Planchart (1953–1957), a house designed as a work of art on the heights of the capital, immersed in a tropical garden. 1944: Sets and costumes for the ballet Festa Romantica by Giuseppe Piccioli. See more ideas about Chiavari chairs, Chiavari, Chair. Altezza cm 106 larghezza 185 profondità 85. Lo stesso Gio Ponti, considerava questo progetto uno dei suoi tre capolavori (insieme al grattacielo Pirelli a Milano e la Concattedrale di Taranto). [9] Facing Milan's main station, this 31-story, 127-meter-high (417 ft) skyscraper housed the headquarters of Pirelli, a company specializing in tyres and rubber products. The construction of the Rasini building (1933–1936) with its flat roofs marked the end of his partnership with Emilio Lancia around 1933. He then applied this solution to domestic spaces and offices, with "organised walls". Starting from the traditional chair model, originating from the village of Chiavari in Liguria, Ponti eliminated all unnecessary weight and material and assimilated the shape as much as possible to the structure, in order to obtain a modern silhouette weighing only 1.7 kg. Daniel Sherer, “Gio Ponti: The Architectonics of Design,” catalogue essay for exhibition, Gio Ponti: A Metaphysical World, Queens Museum of Art, curated by Brian Kish, Feb 15-May 20 2001, 1-6. 1950–1960: Textiles for Jsa, Busto Arsizio, 1951: Display of a standard hotel room for the IXth. Ricordiamo Ponti anche per il progetto della seduta "Superleggera" del 1955 (prod. [1] With its vertical and horizontal frames through which shelves, bookcases and frames can be arranged, the "fitted window" became the fourth transparent wall of a room and ensured a transition between the inside and the outside. The 1960s and 1970s were dominated by international architectural projects in places like Tehran, Islamabad and Hong Kong where Ponti developed new architectural solutions: the façades of his buildings became lighter and seemed to be detached like suspended screens. Ponti è stato sia un designer che un architetto che ha creato oggetti che vanno dalle macchine da caffè e sedie alle case e persino alle chiese. [16] From its fruitful collaboration with Cassina, the Leggera and Superleggera (superlight) chairs, the Distex, Round, Lotus and Mariposa chairs are now among the classics of Italian design. Dessert spoon and fork (Sabattini); photo 1963. A sofa 1940's. Facing the building, Ponti designed a living square where the inhabitants could meet and rest on sculptures built for this purpose. Together with the Galfa Tower by Melchiorre Bega (1956–1959) and the Velasca Tower (1955–1961) of the BBPR Group, this skyscraper changed Milan's landscape. L’opera prima del Ponti architetto è situata in via Randaccio, Sempione/Arco della Pace (1925). [4], Still in Milan, the 108-meter-high (354 ft) Littoria Tower (now Branca Tower), topped by a panoramic restaurant, was built in 1933 on the occasion of the Fifth Triennial of Decorative Arts, which inaugurated its new headquarters built by Giovanni Muzio. Struttura e gambe in legno imbottiture rivestite in velluto. 1971: Competition for the Plateau Beaubourg, 1976: Tile floors for the headquarters of the. Voleva creare una sedia senza aggettivi e finì per inventare lei, la Superleggera, famosa proprio per quell’epiteto che riassume in cinque sillabe tutte attaccate la sua eccezionalità. [21], http://www.archidiap.com/opera/scuola-di-matematica/, "Il pellegrino stanco by Gio Ponti by Salvatore Saponaro | Blouin Art Sales Index", Gio Ponti's works on the Italian public Television – RAI, INA Casa Harrar-Ponti by Gio Ponti in Rome (1951–1955), https://en.wikipedia.org/w/index.php?title=Gio_Ponti&oldid=993653779, Italian military personnel of World War I, Wikipedia articles with BIBSYS identifiers, Wikipedia articles with CANTIC identifiers, Wikipedia articles with KULTURNAV identifiers, Wikipedia articles with PLWABN identifiers, Wikipedia articles with RKDartists identifiers, Wikipedia articles with SELIBR identifiers, Wikipedia articles with SNAC-ID identifiers, Wikipedia articles with SUDOC identifiers, Wikipedia articles with Trove identifiers, Wikipedia articles with WORLDCATID identifiers, Creative Commons Attribution-ShareAlike License, Architectures designed by Ponti photographed by. He saw his facades as folded and perforated sheets of paper with geometric shapes. Ponti continued to create wall and floor coverings whose graphic rendering becomes a work of art in itself. The family Bouilhet who entrusted him with his first architectural commission abroad, with the construction of the Ange Volant (1926–1928, in collaboration with Emilio Lancia and Tomaso Buzzi), a country house located on the edge of the Saint-Cloud golf course, on the outskirts of Paris. Nel 1941 fonda la rivista Stile[9], la cui pubblicazione termina nel 1947[10]. Ponti è il direttore di Domus, una delle riviste di architettura più importanti a livello internazionale. In 1930, he designed furniture and lighting for the glassmaker Fontana and became in 1933, together with Pietro Chiesa, the artistic director of the branch Fontana Arte. 1935–1936: Interior design and furnishing of the Italian cultural institute, Lützow-Fürstenberg Palace. Ricevette tra l'altro numerosi premi sia nazionali che internazionali, diventando infine professore di ruolo alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano nel 1936, cattedra che manterrà sino al 1961.mw-parser-output .chiarimento{background:#ffeaea;color:#444444}.mw-parser-output .chiarimento-apice{color:red}[senza fonte].