Ogni provincia era dotata di due legioni, due vexillationes di cavalleria (ognuna di 500 uomini) per un totale di 4 000 soldati circa. [131], Sotto Settimio Severo venne aumentato il numero delle legioni romane a 33, con la costituzione di ben tre unità, in vista delle campagne partiche: la legio I, II e III Parthica. Le notizie sulla struttura originale della legione non sono provate. Armamento e organizzazione, Vol. Questi cavalieri non avevano elmo o armatura, ma erano muniti solo di lancia. [30] e fu creata quella che, nell'immaginario popolare, è la fanteria legionaria: un'unità omogenea di fanteria pesante. Insieme alle baliste c'erano anche gli "scorpioni", simili alle precedenti ma molto più piccoli e maneggevoli. Allo stesso modo si comprende come essa non fosse adatta alle schermaglie, alle scaramucce di confine e al presidio delle zone frontaliere, a motivo della sua struttura lenta e poco manovrabile. I successivi quattro ordini invece dovevano essere armati di lancea (sempre giavellotti), con cui bersagliare il nemico. VI a. C. Servio Tullio divise in classi i cittadini in relazione ai mezzi di fortuna di ognuno (tanto più necessari dopo l’avvento della tattica oplitica propria della falange per la quale occorreva una costosa protezione), gli effettivi della legione furono portati a 4000 uomini distribuiti in centurie, oltre alla cavalleria schierata alle ali. Nella storia di Roma, l'esercito poté contare su oltre 60 legioni (composte di 5 000÷6 000 armati) al termine della guerra civile tra Ottaviano e Marco Antonio,[1] e su un minimo di 28 agli inizi del principato (ridotte a 25 dopo la disfatta di Teutoburgo). [187] La soluzione di Vegezio era tornare all'antico modo di combattere, alla "maniera romana", abbandonando il modo di combattere "alla barbara" introdotto dal sempre più crescente arruolamento di Barbari; in Occidente, tuttavia, per diverse ragioni, non si riuscì a invertire questa tendenza, portando alla sua rovina. Moneta costantiniana risalente alla vittoria su Licinio. L'impero, fondato formalmente da Augusto Ottaviano a conclusione delle terribili guerre civili che avevano insanguinato la penisola e il Mediterraneo, fu l'unico… [69], Al tempo delle guerre marcomanniche fu l'utilizzo da parte di Marco Aurelio di vexillationes, al fine di comporre un esercito di invasione e poi di occupazione della neo-provincia di Marcomannia, come testimoniano numerose iscrizioni, tra cui quella rinvenuta a Leugaricio, delle legioni I Adiutrix e II Adiutrix. Il comando della legione era affidato al legatus, un magistrato facente le veci dei consoli nel comando di una specifica legione. Con l'ulteriore espansione della flotta, le navi vennero dotate di contingenti di fanteria imbarcata. 150.000 uomini, reclutati ancora tra cittadini, ma con graduale inserimento anche della figura dei volontari, prevalenti verso la fine del sec. Con la riforma tetrarchica il numero complessivo delle legioni fu portato nel 300 a 53/56, mentre con l'ascesa al trono di Costantino I ed il ripristino di una monarchia dinastica, il numero delle legioni romane fu elevato ulteriormente fino a 62/64, attorno all'anno 330. a.C. e nei primi secoli dopo Cristo, era composta da 10 COORTI, ciascuna di 480 uomini circa, ad eccezione della prima coorte di 800 uomini circa. [109] Sebbene la struttura base della legione continuò ad essere quella della riforma augustea, il numero delle legioni venne aumentato di un 10% e portato a 33 (con la creazione delle legioni I, II e III Parthica). [191] Tuttavia l'assetto generale dell'esercito romano tardo-imperiale, e alcune sue unità, sopravvissero almeno fino al VI secolo in seno alla Pars Orientis. Ogni nave era assimilata ad una centuria e comandata di norma da un centurione chiamato triarca. Le principali basi di stanziamento divennero Miseno, presso Pozzuoli, nel Mar Tirreno e Classe, presso Ravenna, nel Mar Adriatico, col compito di controllare l'una il Mediterraneo occidentale, l'altra quello orientale. Il comando generale era affidato al legatus. Tra i fanti, i più "benestanti" erano i triarii, che potevano permettersi l'equipaggiamento più completo e pesante, mentre gli accensi erano i più poveri, presi dalla quarta classe di cittadini, secondo l'ordinamento censitario di Servio Tullio. La consistenza delle Legioni con il tempo arrivò poi a 6.000 uo. Nel passaggio dalla Repubblica al Principato, e poi al Dominato, l'esercito, e con esso la struttura della legione (il cui numero di unità andò riducendosi), venne ristrutturato profondamente. Venne posta una legione di riserva in prossimità di Roma, nei Castra Albana, dove fu alloggiata la II Parthica. Non è chiaro tuttavia cosa identificassero queste quattro figure, e se fossero utilizzate insieme o servissero ciascuna a designare un determinato raggruppamento. In questo scontro il proconsole riunì tutte le truppe sotto il suo comando, comprese alcune unità ausiliarie, e mosse battaglia contro il ribelle numida, quest'ultimo supportato da unità maure. Analogamente conferì all'"esercito di confine" una connotazione più peculiare: le unità che lo costituivano furono definite limitanee (stanziate lungo i limes) e riparienses (operanti lungo i fiumi Reno e Danubio) (in epoca teodosiana alcune di esse furono rinominate pseudocomitatenses quando trasferite nell'"esercito mobile"). Spade—> all’inizio spade di foggia greca, poi sostituite a seguito della Seconda guerra punica con il Gladius hispaniensis. La Battaglia delle Forche Caudine (321 a.C.) I romani stavano espandendo la loro influenza nella penisola italica. Altro apporto del genio fu la costruzione di strade militari, utilizzate inizialmente per migliorare e velocizzare gli spostamenti delle armate ed in seguito dalla stessa popolazione civile dopo che l'area era stata pacificata. L'ufficiale è equipaggiato di una lorica hamata, indossata su un linothorax alla greca, un elmo Coolus, gladius hispaniensis, schinieri e scarponi adatti alle regioni fredde. balistàrio s. m. [dal lat. Settimio Severo avviò importanti riforme militari che toccarono numerosi aspetti dell'esercito romano e che costituirono le basi del successivo sistema fondato sugli imperatori militari del III secolo. Le vexillationes equitum andarono incontro a un progressivo consolidamento nell'organico e nel numero di distaccamenti, tanto da far pensare all'assegnazione di una nuova funzione strategica alle unità di cavalleria. La prima consisteva nel porre il blocco all'ingresso di merci e persone nella città e nell'isolamento del nucleo cittadino. [185] Vegezio lamentò poi che non si costruissero più accampamenti e riferisce le conseguenze nefaste di questa scelta. E’ probabile che nel primissimo stato gentilizio la legione annoverasse 3000 fanti e 300 cavalieri, reclutati fra le tre tribù genetiche dei Tities, Ramnes e Luceres, che fornivano ognuna mille fanti (da cui milites) e cento cavalieri. Si segnala il caso del veterano librator Nonio Dato che fu richiamato dal proconsole della Mauretania Cesariense come addetto alla supervisione per la costruzione dell'acquedotto della città di Saldae. [188], Da alcune fonti letterarie del tempo si può evincere che il termine "ausiliario" divenne a poco a poco sinonimo di "soldato", così come lo fu nei secoli precedenti il termine "legionario", il che sta ad indicare una fase di progressiva smobilitazione delle antiche unità legionarie in favore di quelle ausiliarie. [62][68] Si trattava di una coorte milliare, vale a dire di dimensioni doppie rispetto alle altre nove coorti, con 5 manipoli (non quindi 6) di 160 armati ciascuno (pari a 800 legionari), a cui era affidata l'aquila della legione. Esistevano gli equites sagittarii, arcieri a cavallo di derivazione orientale, partica o barbarica, la cavalleria leggera d'avanguardia (mauri, dalmatae, cetrati), e la cavalleria pesante dei catafractarii attrezzati di lance e muniti di pesanti armature squamate e o di lorica manica, di derivazione sarmatica, partica o palmirena. Spada—>All’inizio a punta, soltanto per infilzare, per poi essere sostituita dal Gladio (arma), Pelliccia di lupo—>Da mettere sopra l’elmo. «Venivano in ordine sparso i corazzieri a cavallo, chiamati di solito "clibanari", i quali erano forniti di visiere e rivestiti di piastre sul torace. Delle legioni sopravvissute alla guerra civile, 28 rimasero dopo Azio, e 25 dopo la disfatta di Teutoburgo, oltre ad un numero crescente di auxilia. Contemporaneamente questi distaccamenti, chiamati in epoca alto imperiale vexillationes, divennero essi stessi delle unità indipendenti legionarie. Il termine esercito manipolare, cioè un esercito basato su unità chiamate manipoli (dal latino: manipulus, «quanto può stare nel palmo di una mano»), è pertanto utilizzato in contrapposizione con il successivo esercito legionario del tardo periodo repubblicano e alto imperiale, incentrato, invece, su un sistema di unità chiamate coorti. Tuttavia potrebbero esserci strumenti di terze parti indipendentemente dalla volontà e responsabilità del webmaster. ), nelle operazioni d’assedio di città nemiche (con la realizzazione di macchine d’assedio, rampe e terrapieni, cordoni di mura intorno alle città assediate, ecc. vallo di Adriano, limes germanico-retico, castra stativa, ecc. Ai tempi di Aureliano le legioni scesero a 31, per un totale di 150 000 legionari, affiancati probabilmente da un'altra metà di ausiliari, certamente maggiore in alcune province, per un esercito complessivamente composto da 300 000 uomini, di molto inferiore a quello di settant'anni prima a causa dell'incidenza delle guerre civili, delle numerose sconfitte e delle difficoltà di reclutamento. In totale vi erano circa 340 000 uomini, di cui 140 000 servivano nelle legioni. Diocleziano aveva scelto di rafforzare le difese, di costruire nuovi forti, anche se dotandoli di una quantità di truppe di difesa inferiore rispetto al periodo precedente. [123] Già all'inizio del 69 unità sarmatiche erano state assoldate per presidiare la frontiera in Mesia, anche se tali truppe erano sospettate di essere facilmente corruttibili. [96] Immediatamente a sinistra e a destra la prima e la seconda coorte di ausiliari, composte ciascuna da 480 uomini, mentre alle parti estreme le due ali di cavalleria ausiliaria (probabilmente numidica), formata ciascuna da 500 cavalieri divisi in 16 turmae. Si potrebbe ipotizzare che i quattro simboli fossero riferiti alle quattro legioni citate da Livio. Fasce di ferro avvolgevano le loro membra tanto che si sarebbero creduti statue scolpite da Prassitele, non uomini. Una tale distinzione può anche essere suggerita a motivo della differente collocazione geografica, ma in realtà non esiste alcuna certezza che fossero preposti al ruolo, i primi, di forza di contenimento, e, i secondi, di "riserva strategica" o "forza mobile". Sotto Costantino si ebbe, ancora una volta, la necessità di creare nuove legioni da porre lungo i confini imperiali, portando inevitabilmente ad un incremento del fabbisogno finanziario statale per mantenere le armate che ormai sembra raggiungessero i 600 000 uomini. Durante la sua massima espansione l'impero romano arrivò a comprendere un'estensione territoriale di quasi 6 milioni di km². Gibbon (Capitolo XVII) narra che molti giovani si tagliarono le dita della mano destra pur di non essere arruolati. [204] All'interno dell'accampamento o del forte le insegne (signa militaria) erano conservate nell'aedes signorum, uno degli edifici dei Principia (quartier generale della legione), contenente gli stendardi delle unità. Soldati di epoca repubblicana. Sempre ad Augusto si deve l'introduzione di un esercito di professionisti che rimanessero in servizio non meno di sedici anni per i legionari,[63] portati a venti nel 5[64] (come era successo fin dai tempi di Polibio, in caso di massima crisi[65]), e venti-venticinque per le truppe ausiliarie. Le risposte per i cruciverba che iniziano con le lettere A, AS. [105], Vespasiano, al termine della guerra civile e della rivolta dei Batavi, sciolse ben quattro legioni che avevano trascinato nel fango le proprie insegne macchiandosi di disonore (I Germanica, IV Macedonica, XV Primigenia e XVI Gallica[106]) e ne riformò tre nuove (II Adiutrix Pia Fidelis,[101] IV Flavia Felix,[106] e XVI Flavia Firma[106]) dando la possibilità ad alcuni di fare pubblica ammenda. [142] Si ritiene che nell'avvicinamento al nemico le truppe serrassero i ranghi, mediante l'avvicinamento, a partire dalla retroguardia, delle file precedenti a quelle successive, per evitare che qualcuno nel mezzo, come allerta l'autore dello Strategikon, fermasse la marcia o si provocassero sfasamenti nella linea di schieramento. [138] I principali motivi furono determinati dalle situazioni contingenti del momento: Diocleziano comprese quale importanza ora rivestissero le forze di cavalleria. [127] L'aumento degli effettivi della cavalleria, non solo andava ad accentuare la caratteristica di maggior mobilità dell'esercito romano, costituendone una nuova "riserva strategica" interna (insieme alla legio II Parthica, formata in precedenza da Settimio Severo), ma anche quella di tradursi in un esercito meno di "confine o sbarramento" che ne aveva caratterizzato il periodo precedente fin dai tempi di Adriano. Vi erano poi altri tipi di schieramenti praticati dalle armate romane del tardo periodo repubblicano: su una sola linea, ovviamente quando era necessario coprire un fronte molto lungo come nel caso del Bellum Africum durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo;[47] o su tre linee (triplex acies), formazione spesso utilizzata da Cesare durante la conquista della Gallia, con la prima linea formata da 4 coorti, e le restanti due, formate da tre coorti ciascuna. L'accusa di Zosimo rivolta a Costantino,[174] e replicata dall'anonimo autore del De rebus bellicis attorno al 370, di aver minato la difesa delle frontiere allo scopo di istituire forze dinamiche di intervento, tradendo il progetto dioclezianeo del presidio dei confini, ha per lungo tempo contribuito a interpretare in senso oppositivo le strategie militari di Diocleziano e di Costantino. L'Inghilterra coast to coast lungo le vie romane PDF Paolo Ciampi. L’insegna della legione divenne l’aquila. Occorreva però che non fosse sviluppata molto in profondità per evitare di creare il panico tra i cavalli nel caso in cui questi si sovrapponessero gli uni agli altri in una formazione troppo affastellata.[148]. Vi è, infine, da aggiungere che nel 365, il nuovo imperatore Valentiniano I (Augustus senior presso Mediolanum), spartì con il fratello minore Valente (Augustus iunior presso Costantinopoli) tutte le unità militari dell'Impero (comprese quindi le legiones), le quali furono attribuite all'uno o all'altro in parti uguali (quelle di 1 000 armati) oppure divise in due metà (quelle con un numero di legionari ancora di consistenza superiore ai 2 000 armati) dette rispettivamente "senior" (assegnate a Valentiniano I) e "iunior" (assegnate a Valente). Mossosi a sedare la rivolta delle legioni germaniche dopo la notizia della morte del principe, colse l’occasione per intraprendere una campagna contro i germani. Ogni legione fu divisa in 10 coorti di 600 uomini, che sostituirono sul piano tattico i manipoli. [180], La perdita dell'Africa ebbe riverberi inevitabili e seri sulle finanze dello stato, indebolendo ulteriormente l'esercito (attorno al 444). volte. Diversi romanzi storici sono stati ispirati alle legioni romane in quanto unità combattenti organizzate. In altri casi si provvedeva alla costruzione di strade in zone acquitrinose (pontes longi), come avvenne in Germania durante il periodo della sua occupazione (dal 12 a.C. al 9 d.C.). Tra questi: Ricostruzione di un centurione dell'inizio del, Colonna di legionari disposta su due file e guidata da un, Voci su unità militari presenti su Wikipedia, La riforma di Servio Tullio (metà VI secolo a.C.), Dalla grande riforma augustea agli Antonini, I successori di Augusto: da Tiberio a Commodo, Comandi complementari interni alla legione, Dalla riforma di Diocleziano al consolidamento del potere costantiniano (285-324), Dall'ascesa di Costantino alla morte di Valente (324-378), Da Adrianopoli alla fine dell'Occidente (378-476), Dalla Gens Servilia all'anarchia militare, Conduzione degli assedi e macchine da guerra, Questo il significato etimologico che ne dà, Scheidel, W., 1996, "Measuring Sex, Age and Death in the Roman Empire", Le conquiste dei romani : fondazione e ascesa di una grande civiltà, Tale affermazione costituisce una congettura fondata sul fatto che l'ultimo a citare l'utilizzo del manipolo sia stato, Ovvero in una, due o tre "file" di centurie o manipoli, disposte cinque davanti e cinque dietro nella, Tale teoria si deve alla pubblicazione nel. In genere le unità palatinae costituivano l’esercito dedicato ad una intera Prefettura del Pretorio, mentre le unità comitatenses costituivano l’esercito dedicato ad una singola Diocesi nell’ambito della Prefettura. Con la fine della guerra civile (nel 324) e la dinastia costantiniana le "vecchie" vexillationes legionarie vennero trasformate in nuove legioni indipendenti dalla legione "madre", riducendo il numero di armati fino a 1.200 uomini (come risulta da alcuni passi di Ammiano Marcellino, a proposito della battaglia di Strasburgo[168] del 357 e di Amida del 359[169], e in Zosimo[156]). La legione fu schierata, non si sa in quante acies (se singula, duplex o triplex),[97] con le centurie (o i manipoli) al centro dello schieramento (10 coorti di 480 uomini l'una, per un totale di 60 centurie): la prima coorte disposta a partire da destra, in prima fila, e la cavalleria legionaria, i tribuni e il legato Camillo davanti al contingente di cavalleria legionaria collocata immediatamente dietro l'ultimo ordine delle coorti. La soluzione di questo puzzle è di 6 lettere e inizia con la lettera C Di seguito la risposta corretta a REPARTI DELLE LEGIONI ROMANE Cruciverba, se hai bisogno di ulteriore aiuto per completare il tuo cruciverba continua la navigazione e prova la nostra funzione di ricerca.